da TriestePrima – 23 novembre 2015 -«A seguito della mia provocazione del 19 novembre, per cui mi sono presentata alla fermata degli autobus con un cartello “sono profugo, se prendo la multa paga Caritas”, una signora, che ha partecipato all’iniziativa, è salita su un mezzo della Trieste Trasporti senza biglietto e con il mano il cartello provocatorio, prendendo una multa dal controllore. Oggi, 23 novembre, come annunciato e promesso, mi sono presentata alla Caritas di Trieste per avere maggiori spiegazioni sulle dichiarazioni rilasciate da don Alessandro Amodeo a TeleQuattro riguardo alle eventuali multe prese dai profughi sui mezzi di trasporto locali e pagate dalla Caritas e anche per spiegare la situazione economica e sociale in cui vive la signora che ha preso la multa». Lo rileva in una nota Monica Canciani.
«Entrambe – spiega – siamo state ricevute da don Amodeo, il quale ci ha spiegato che la Caritas, dovendo svolgere un servizio, come quello dell’abbonamento al trasporto pubblico locale, che fa parte di una convenzione approvata dal ministero, è obbligata anche alla tutela legale di ogni soggetto accolto, pagando quindi la multa e attingendo i soldi dalla quota pro capite giornaliera riferentesi a quella persona. Nel ribadire la convinzione che esiste una discriminazione nei confronti dei tanti triestini in difficoltà che devono fare i conti anche con un semplice abbonamento del bus, ho voluto comunque sottolineare che la mia provocazione non era nei confronti della Caritas, che apprezzo per il lavoro quotidiano che fa sul territorio, e nemmeno contro i profughi, bensì contro un’ingiustizia sociale verso i nostri concittadini».
«In questa occasione – ancora Monica – la Caritas, nella persona di don Amodeo, si è dimostrata ancora una volta solidale verso una situazione di disagio sociale ed economico e ha deciso, in via eccezionale, di pagare la multa della signora. È evidente però, che la conclusione positiva di questa vicenda, non può creare un precedente poiché non è la Caritas a dover risolvere queste situazioni. I cittadini non possono rivolgersi alla Caritas per chiedere un sostegno di questo tipo, ma sono le istituzioni, in primis, che devono trovare un accordo con la Trieste Trasporti in modo da agevolare il trasporto pubblico a chi ne deve usufruire e non può permetterselo. La Caritas evidentemente non può sostituirsi alle autorità, le quali hanno invece il dovere di assistere i propri concittadini, anche in queste piccole cose».
«Ringrazio – conclude – quindi don Alessandro Amodeo per essersi messo a disposizione, per aver compreso la situazione e per le esaurienti spiegazioni. Personalmente, visto che ero disposta a pagare la multa, ho consegnato alla signora il denaro necessario per un abbonamento mensile dell’autobus, che domani andrà ad acquistare».