da triestePrima del 7 settembre 2016 – di Enrico Ferri – La consigliera della Lega Nord, Monica Canciani, sui problemi di dipendenza causati dal gioco d’azzardo: «C’è poco da fare. Quando lo Stato trova modo di far cassa, non guarda in faccia nessuno. Lo sanno bene i malati di cancro ai polmoni, gli alcolisti e i giocatori. Lo sanno bene le famiglie che hanno perso i loro cari o quelli completamente rovinati dai debiti, che della famiglia hanno solo il ricordo. Gioca con “responsabilità”, ti dice lo Stato, ma il problema è quando questa responsabilità non ce l’hai più».
Continua ancora la Canciani: «E allora? È giusto che lo Stato si arricchisca sulla pelle dei cittadini, con l’illusione della ricchezza? Non entro nel merito semplicemente perché si aprirebbe un dibattito infinito che, alla fine, non troverebbe risposta. Mi limito ad evidenziare le evidenti contraddizioni di un sistema che sfrutta legalmente le debolezze e i vizi delle persone per rimpolpare le casse statali con miliardi di euro, per poi ricorrere a dei pagliativi per curare le vittime che lo stesso sistema ha creato. Personalmente sono contraria al gioco d’azzardo e a tutte quelle leggi, pubblicità compresa, che legalizzano una dipendenza fino a farla sfociare in una patologia».
«Solo in Friuli Venezia Giulia, nel 2015 sono 406 gli utenti con problemi di ludopatia e metà di essi è classificata come caso di gioco d’azzardo patologico, la forma più grave di dipendenza da slot machine, videopoker e scommesse. E parliamoci chiaro, questi sono i numeri dei casi emersi, di quelli che si sono resi conto della loro malattia e che quindi accettano l’assistenza e le cure; tutti gli altri continuano ad ingrassare lo Stato, che ne ricava 90 miliardi di euro all’anno, mica noccioline. Non a caso siamo la quarta regione in Italia per percentuale di esercizi commerciali contenenti slot e videopoker, con 18 licenze ogni 10mila residenti».
«Adesso la Regione pare che si sia svegliata e che si sia resa conto che confinare sale slot e macchinette fuori dai centri urbani è cosa lecita sul piano giuridico. Lo ha confermato anche l’avvocatura regionale dicendo che, per questioni di salute pubblica, è consentito agli enti locali di far spegnere agli esercenti tutte le slot machine, qualora l’attività sorga a 500 metri da luoghi sensibili (scuole, biblioteche, chiese, impianti sportivi, strutture residenziali socio-sanitarie, ricreatori, oratori e ludoteche). In realtà ciò avverrà in modo naturale alla scadenza delle concessioni, che non saranno più rinnovabili per gli esercizi vicini a tali luoghi».
«Ma le concessioni hanno periodi lunghi ed in tale contesto, proprio la Regione potrebbe intervenire per abbreviare i tempi. Infatti la bella notizia è che questa norma potrebbe anche essere applicata retroattivamente. Di conseguenza tutte le sale slot sarebbero confinate al di fuori del centro abitato. Non proprio una vittoria, ma almeno già qualcosa per contrastare il fenomeno. Oggi, mercoledì 7 settembre, in consiglio regionale si riunirà il Comitato di controllo, che prenderà in esame la relazione sullo stato delle iniziative e degli interventi della legge regionale 1/2014 sulla prevenzione e il contrasto della dipendenza dal gioco d’azzardo; il parere che esprimerà sarà poi trasmesso alla III Commissione. Vediamo come andrà avanti e cosa succederà. Mi verrebbe da concludere con la banale domanda: ma uno Stato che ha a cuore i suoi cittadini non farebbe prima a vietare il gioco d’azzardo? Immagino già la banale risposta», conclude la consigliera circoscrizionale della Lega Nord, Monica Canciani.